E.W.P: La cristianità Celtica, che cos'è?
La cristianità Celtica, che cos'è?
a cura di Giorgio Ruffa

Padre nel cielo, Dio è con noi.
Padre nel cielo, Dio è con me.
La luna, il sole, il vento,
ti glorificano, o Dio.
Enya, Athair er Neamh, da Memory of trees.


Il mondo celtico è, da un certo periodo, di moda. Musica, Letteratura e Politica ne usano e ne abusano. Che cosa c'entra con il Cristianesimo? Ho deciso di inserire questa breve pagina nel mio sito per una semplice ragione: i valori e la ricchezza spirituale che il mondo irlandese e celtico in generale ha saputo esprimere nell'incontro con il cristianesimo.

A prescindere dalle differenze confessionali (la visione del cristianesimo irlandese è cattolica, mentre quella anglo-scozzese, scandinava e germanica è protestante) la spiritualità celtica è intrisa da un forte legame con le forze della natura. Il creato è il respiro di Dio e all'uomo è data la più grande responsabilità, purtroppo spesso disattesa: amministrare la creazione (vedi Genesi 1). Amare Dio significa anche volgersi verso la creature, per intuire attraverso esse la potenza divina.

Nella creazione non vi sono distinzioni tra sacro profano, non vi può essere luogo privo di Dio. Che ogni cosa che respira lodi il Signore, recita il Salmo 150. L'uomo d'oggi non solo ha perso il concetto di "Ringraziamento", unico sacrificio gradito a Dio (salmo 50,14), ma anche quello di custode della creazione. L'antico mondo pagano nordico aveva intuito questa sacralità del mondo. Il pantheon di queste antiche religioni prevedeva la presenza di una divinità su ogni aspetto della vita quotidiana. L'ingresso del cristianesimo in queste terre ha concentrato tutto nella figura di Gesù Cristo. il suo peculiare aspetto di Uomo-Dio, ne faceva l'anello d'unione tra mondo sensibile e divino. Anche se inizialmente verso il 380 d.C., nel mondo germanico ad opera del goto Ulfila, era stato introdotto un cristianesimo letto nell'eresia Ariana (che non riconosceva in Cristo la coeternità al Padre, la sua divinità e quindi lo subordinava). Quasi contemporaneamente, siamo nel IV secolo d.C., avvenne l'evangelizzazione della Britannia e dell'Irlanda, ma attraverso l'opera di ecclesiastici romani. Sappiamo che il quarto secolo fu "caldo" per quanto riguarda la definizione dell'ortodossia (pensiamo al solo concilio di Nicea del 325) .Ma nelle isole britanniche le eresie del celtico Pelagio (l'uomo può salvarsi con le sue forze), confutato da Agostino d'Ippona, e di Ario non attecchirono.

Il cristianesimo si fuse armonicamente con le credenze locali, soprattutto per quello che riguarda l'aspetto morale. La chiesa, per quanto cattolica, fu sempre vicina ad una teologia agostiniana. Ricordo che Agostino scrisse sempre sullo "spettacolo" della crazione divina dove ordine e bellezza del creato coincidevano con la potenza di Dio.

Mi fermo qui, per ora, in quanto il mio solo scopo è quello di presentare l'argomento. Lo approfondirò se riceverò riscontri a tal proposito.

Per chi voglia approfondire questi argomenti consiglio le seguenti letture:

A. Duncan, La cristianità Celtica, Mondadori, Milano, 1997.
John O'Donohue, ANAM CARA, Il libro della saggezza celtica, Corbaccio, Milano, 1998.
T.W. Rolleston, I Miti Celtici, Longanesi & C., Milano, 1994.
C. Squire, Mythology of the Celtic people, Bracken Books, London, 1996.
P. Berresford Ellis, Il segreto dei Druidi, Piemme, Casale Monferrato, 1997.
Agostino, Ordine, Musica, Bellezza, Rusconi, Milano, 1992.
W. Beierwaltes, Agostino ed il platonismo cristiano, Vita e pensiero, Milano, 1995.

Concludo indicando nei "Carmina Gadelica" il più importante documento a testimonianza di questa spiritualità. Il testo di cui indico il Link è in gaelico con traduzione in inglese. Vista la particolarità dell'argomento anche i links sono prevalentemente anglosassoni.



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Last update: 16th May 2000. 11:04 AM


State ascoltando una mia piccola composizione d'ispirazione celtica.