La Pasqua è una festività del calendario liturgico cristiano. Essa celebra la resurrezione di Gesù, che, secondo le Scritture, è avvenuta il terzo giorno successivo alla sua morte in croce.
La Pasqua cristiana è in stretta relazione con quella ebraica, chiamat Pesach e celebra essenzialmente la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè. La parola ebraica Pesach significa passare oltre, tralasciare, e deriva dal racconto della Decima Piaga, in cui l’Angelo sterminatore, o angelo della Morte, vide il sangue dell’agnello del Pesach sulle porte delle case di Israele e “passò oltre”, uccidendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio primogenito del faraone. La Pasqua con il Cristianesimo ha perduto il suo significato originario, venendo a connotare un “passaggio”, ovvero:
- passaggio da morte a vita per Gesù Cristo;
- passaggio a vita nuova per i cristiani.
Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di risurrezione, mentre quella ebraica è Pasqua di liberazione, dalla schiavitù d’Egitto.
Quest’ultimo significato si ricava leggendo uno dei più importanti pensatori ebraici, Filone d’Alessandria, che nel suo De specialibus legibus ci dice che la Pasqua è il ricordo ed il ringraziamento a Dio per il passaggio del Mar Rosso, ma che ha anche il significato allegorico di purificazione dell’anima. Ma la Pasqua ebraica ha anche il significato di attesa per il Messia, come ad esempio attesta il Targum Exodi, quando parla della notte di Pasqua come il ricordo delle quattro notti iscritte nel libro delle memorie: la Creazione, il Sacrificio di Isacco il Passaggio del Mar Rosso ed infine la venuta del Messia e la fine del mondo.
La Pasqua di resurrezione cristiana avviene con la visita al sepolcro che risulterà vuoto con sorpresa dei presenti. Tutti gli evangelisti raccontano l’episodio. I presenti erano:
- Giovanni 20:1: Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro. (cfr. Mt 28:1-10; Mr 16:1-8; Lu 24:1-12; Sl 16:8-10; At 2:23-32; Ro 1:4; At 17:31; 1Co 15:1-28; 1P 1:3-4; Ap 1:18-19)
- Matteo 28:1: Dopo il sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria andarono a vedere il sepolcro. (Mr 16:1-7; Lu 24:1-8; Gv 20:1-2; Sl 16:8-10; At 2:24-32; Ro 1:3-4; 4:25; 1Co 15:1-28; Ap 1:17-18)
- Marco 16:1: Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù. (cfr. Mt 28:1-8; Lu 24:1-8; Gv 20:1-2; Sl 16:8-10; At 2:23-32; 1Co 15:1-28; At 26:8)
- Luca 24:10: Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria, madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro.
Le 4 versioni concordano sulla presenza di un’unica persona: Maria Maddalena. Alcune divergenze sono presenti anche in merito a quanto videro i presenti, secondo gli evangelisti:
- Luca 24:4: Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti.
- Matteo 28:2: Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra.
- Giovanni 20:11,12: Maria, invece, se ne stava fuori vicino al sepolcro a piangere. Mentre piangeva, si chinò a guardare dentro il sepolcro, ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno a capo e l’altro ai piedi, lì dov’era stato il corpo di Gesù. (cfr. Mr 16:9-11; Mt 20:16; Is 49:13)
- Marco 16:5: Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate.
Dal punto di vista teologico, la Pasqua odierna racchiude in se tutto il mistero cristiano: con la Passione, Cristo si è immolato per l’uomo, liberandolo dal peccato originale e riscattando la sua natura ormai corrotta, permettendogli quindi di passare dai vizi alla virtù; con la Resurrezione ha vinto sul mondo e sulla morte, mostrando all’uomo il proprio destino, cioè la resurrezione nel Giorno Finale, ma anche il risveglio alla vera vita; infine, vi è l’attesa della Parusia, la seconda venuta, che porterà a compimento le Scritture.
I cristiani hanno trasferito i significati della Pasqua ebraica nella nuova Pasqua cristiana, seppur con significativi cambiamenti, che le hanno dato un volto nuovo. Questo è facilmente visibile, mentre è più complicato determinare quando ciò è avvenuto e le sue modalità, considerando che hanno influito numerosi fattori. Il primo di questi è sicuramente il fatto storico: Gesù è morto in croce il giorno di Pasqua, come ci dicono i Vangeli. Inoltre, questo evento era visto come la realizzazione di quanto era stato profetizzato sul Messia. Ciò è più volte ribadito nella narrazione della Passione, durante la quale i quattro evangelisti fanno continui riferimenti all’Antico Testamento, e successivamente negli altri libri del Nuovo Testamento, come in 1Corinzi 15:3-4, dove Paolo scrive: «poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture».
L’accento si pone dunque sull’adempimento delle Scritture, per cui i giudeo-cristiani, seppur continuando, a festeggiare la Pasqua ebraica, dovettero immediatamente spogliarla del significato di attesa messianica, per poi superare anche il ricordo dell’Esodo, per rivestirla di nuovo significato, cioè la seconda venuta di Cristo ed il ricordo della Passione e Resurrezione. Il passaggio sembra essere chiaramente avvertito già da Paolo, quando, in 1Corinzi 5:7-8, scrive: «Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità». Alla Pasqua settimanale, la domenica, si aggiunse quindi anche la Pasqua annuale, il giorno più importante dell’anno, celebrato dai discepoli con la consapevolezza sempre più forte di aver istituito una festa nuova con nuovi significati.
Il significato della Pasqua arrivò molto lentamente a riempirsi dell’intero mistero cristiano, ma sin dall’inizio ebbe più accezioni. Tale pluralità inizia già nei Vangeli, anzi, «la diversificazione più originaria della Pasqua nasce proprio qui: nel grado e nel modo diversi con cui essi “pasqualizzano” la vicenda di Gesù, presentandola come antica Pasqua» . Infatti, i tre sinottici “pasqualizzano” l’eucarestia, cioè vedono nella cena il momento in cui la Pasqua di Cristo sostituisce la Pasqua dei Giudei ed il ricordo della morte del Figlio sostituisce il ricordo del Passaggio, evidenziando l’immolazione mistica del cenacolo. Giovanni invece “pasqualizza” tutta la vita di Gesù, trovando continue corrispondenze tra questa e l’esodo del popolo d’Israele, ma alla fine pone l’accento sulla Passione, cioè sull’immolazione reale dell’Agnello di Dio che muore in croce e torna al Padre. Nel Nuovo Testamento non troviamo però l’identità tra il mysterium paschale ed il mysterium Christi, nonostante questo sia inscindibile dalla Passione. La Pasqua antica non comprendeva tutto il mistero cristiano, ma abbracciava solo i punti fondamentali: «Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è resuscitato il terzo giorno secondo le Scritture».
Nel primo periodo, fino almeno agli inizi del III secolo, la Pasqua è prevalentemente cristologia, che ha un unico protagonista: non l’uomo e neppure il Dio dell’Antico Testamento, ma il Cristo Salvatore. La Pasqua assume quindi il doppio significato commemorativo ed escatologico, commemora tutto il mistero di Cristo, che culmina nell’evento salvifico della croce e che ridesta l’attesa.
(Fonte, riveduta e corretta, it.wikipedia.org)