E’ una celebre frase latina, attribuita impropriamente a San Cipriano. La sua traduzione è “Al di fuori della Chiesa non vi è salvezza”. Conosciuta anche come Nulla salus extra ecclesiam, la frase definisce la necessità del fedele che voglia guadagnare la salvezza nella vita eterna, di restare in seno alla Chiesa cristiana.
Ai tempi del santo, o comunque parlando dei primi secoli di vita della Chiesa, periodi nei quali la chiesa non era divisa e non esistevano ancora più confessioni quali quella cattolica romana, ortodossa, luterana, calvinista per esempio, non poteva esserci ambiguità nell’identificare Ecclesia con la Chiesa universale, d’oriente e d’occidente.
Nei periodi di incertezza o di divisioni in seno alla Chiesa però, basti pensare allo scisma d’Oriente od alla riforma luterana, questa proposizione tornò al centro dell’ attenzione: il dubbio è sussistito circa l’attribuzione del termine Ecclesia alla sola Chiesa d’Occidente o a quella d’Oriente o ad entrambe.
La sentenza è sempre stata discussa in modo controverso. Se vuole dire che tutti coloro che non, per mezzo del battesimo e della fede, fanno parte della Una Sancta Catholica et Apostolica Ecclesia (Simbolo niceno-costantinopolitano) – i pagani – siano automaticamente esclusi dalla salute eterna e dal regno di Dio, essa non è mai stata adottata dal magistero ecclesiastico; anzi la dottrina delle numerose vie speciali e nascoste verso la salvezza è rimasta in vigore.
La convinzione invece che la salvezza degli uomini sia il senso e la meta delle opere e del sacrificio di Cristo e la ragione di esistenza della Chiesa è gran consenso della teologia cattolica e non-cattolica. In questa prospettiva, lo stato “normale” di ogni uomo dopo il primo peccato è la mancanza di salute, cioè la separazione irreparabile da Dio, fonte di ogni bene, e la dominanza del male la cui forza distruttiva si fa vedere ogni giorno e conduce alle morte temporale ed eterna.
Riconciliazione e salvezza per ogni individuo e per l’intera umanità, secondo la fede cristiana, risalgono esclusivamente dall’ atto di amore di Cristo la cui somma è la croce. Questo atto di sacrificio si continua fino alla fine dei tempi nella parola e nei sacramenti della Chiesa.
La realtà efficace del vangelo e dei sacramenti, la presenza plenaria di Cristo risorto, secondo la dottrina cattolica, si trova solo dentro la Chiesa che è basata senza rottura sulla fede ed i sacramenti ricevuti dagli apostoli – cioè dentro la Chiesa cattolica e ortodossa. In modo oggettivo vale dunque: Solo nella Chiesa viene offerta la salvezza completa.
Sul lato soggettivo invece, sul campo delle biografie religiose e della vita cristiana ed umana, c’è la possibilità di “perdizione” in mezzo alla Chiesa nonché di salvezza fuori. Nondimeno, nella misura in cui qualcuno ha riconosciuto Cristo da mediatore universale della salute, egli è obbligato ad ubbidire alla propria coscienza anche nelle sue relazioni alla Chiesa; altrimenti si escluderebbe per propria decisione dalla salvezza.
Magistero della Chiesa cattolica
Il Catechismo del Concilio di Trento. L’articolo 114 sulla cattolicità della Chiesa sintetizza: «Quanti vogliono conseguire la salute eterna devono aderire alla Chiesa, non diversamente da coloro che, per non perire nel diluvio, entrarono nell’arca».
La condanna dell’indifferentismo nel Sillabo. Il Sillabo di papa Pio IX (8 dicembre 1854) contiene un’esplicita condanna di quattro proposizioni (XV-XVIII) che sono espressione dell’indifferentismo.
Nel dettaglio:
- la proposizione XV condanna il soggettivismo razionalistico
- la proposizione XVI condanna la negazione del dogma Extra ecclesiam nulla salus
- la proposizione XVII condanna un’attenuazione dello stesso dogma
- la proposizione XVIII condanna la negazione del dogma in relazione al protestantesimo
All’indifferentismo è associato il latitudinarismo, una dottrina indifferentista che attribuisce l’appartenenza religiosa soltanto in base alla provenienza geografica dell’individuo.
Catechismo di Pio X
Il Catechismo di Pio X del 1905 riafferma il dogma agli articoli 169, 171 e 172. In particolare l’articolo 169 riprende un’immagine del Catechismo del Concilio di Trento e recita: «No, fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come niuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell’Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa».
Concilio Vaticano II. Il Concilio Vaticano II ribadisce la posizione cattolica nella costituzione dogmatica Lumen Gentium (capitolo 4) e nel decreto Unitatis redintegratio (capitolo 3). Nel Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992 quest’argomento è trattato negli articoli 816, 819 e 846-848.