Le Sacre Scritture

Presento il primo articolo della Confessione di Westminster, nella traduzione del pastore Paolo Castellina, rigurdante l’autorita’ della sacra Bibbia.

La Confessione di fede di Westminster fu pubblicata per la prima volta nel 1646 ed era il prodotto di un’assemblea dei più pii ed eruditi teologi riformati dell’Inghilterra e della Scozia del 17. secolo. Quando questa Confessione venne presentata all’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, fu dichiarato “su matura deliberazione” che essa era “fondata sulla Parola di Dio” e “giudicata sommamente ortodossa”. Venne riconosciuto con riconoscenza a Dio il merito che una tale eccellente Confessione fosse formulata e concordata in entrambi i regni.

LE SACRE SCRITTURE

1. Sebbene già, attraverso le nostre facoltà naturali e le opere della creazione e della provvidenza noi si possa conoscere molto di Dio, cioè le sue perfezioni invisibili, la sua eterna potenza e divinità, tanto da renderci inescusabili (1), questo non è sufficiente per darci quella conoscenza di Dio e della sua volontà che sono necessarie alla nostra salvezza (2).

Per questo il Signore si è compiaciuto, molte volte e in molte maniere, di rivelare sé stesso a noi e di proclamare la sua volontà alla sua Chiesa (3).

In un secondo tempo, per meglio preservare e propagare la verità e per consolidare e difendere la Chiesa dall’influenza corruttrice della natura umana e della malizia di Satana e del mondo, Egli ha fatto in modo che questa rivelazione fosse messa per iscritto (4).

Le Sacre Scritture diventano perciò indispensabili (5) essendo cessate tutte le altre forme in cui Dio rivelava la sua volontà al suo popolo (6).

(1) Ro. 2:14,15; Ro. 1:19,20; Sl. 19:1­3; Ro. 2:1. (2) 1 Co. 1:21; 1 Co. 2:13,14. (3) Eb. 1:1. (4) Pr. 22:19,20,21; Lc. 1:3,4; Mt. 4:4,7,10; Is. 8:19,20. (5) 2 Ti. 3:15; 2 Pi. 1:19. (6) Eb. 1:1,2.

2. Sotto il nome di Sacre Scritture o Parola di Dio scritta, vengono compresi ora tutti i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento, cioè: Dell’Antico Testamento:

Dell’Antico Testamento: Genesi (Ge.), Esodo (Es.), Levitico (Le.), Numeri (Nu.), Deuteronomio (De.), Giosuè (Gs.), Giudici (Gd.), Ruth (Ru.), 1 Samuele (1 Sa.), 2 Samuele (2 Sa.), 1 Re, 2 Re, 1 Cronache (1 Cr.), 2 Cronache (2 Cr.), Esdra (Ed.), Nehemia (Ne.), Ester (Et.), Giobbe (Gb.), Salmi (Sl.), Proverbi (Pv.), Ecclesiaste (Ec.), Cantico dei Cantici (Ca.), Isaia (Is,), Geremia (Gr.), Lamentazioni (La.), Ezechiele (Ez.), Daniele (Da.), Osea (Os.), Gioele (Gl.), Amos (Am.), Abdia (Ab.), Giona (Ge.), Michea (Mi.), Nahum (Na.), Abacuc (Ab.), Sofonia (So.), Aggeo (Ag.), Zaccaria (Za.), Malachia (Ma.).

Del Nuovo Testamento: Matteo (Mt.), Marco (Mc.), Luca (Lc.), Giovanni (Gv.), Atti (At.), le lettere dell’apostolo Paolo ai Romani (Ro.), 1 Corinzi (1 Co.), 2 Corinzi (2 Co.), Galati (Ga.), Efesini (Ef.), Filippesi (Fl.), Colossesi (Cl.), 1 Tessalonicesi (1 Te.), 2 Tessalonicesi (2 Te.), 1 Timoteo (1 Ti.), 2 Timoteo (2 Ti.), Tito (Tt.), Filemone (Fl.); l’epistola agli Ebrei (Eb.), l’epistola di Giacomo (Gm.), 1 epistola di Pietro (1 Pi.), 2 epistola di Pietro (2 Pi.), 1, 2, 3 epistola di Giovanni (1/ 2/ 3/ Gv.), l’epistola di Giuda (Gd.), la Rivelazione di Giovanni (Ap.).

Tutti questi libri ci sono stati dati per ispirazione di Dio e devono essere la regola della fede e della vita (7).

(7) Lc. 16:29,31; Ef. 2:20; Ap. 22:18,19; 2 Ti. 3:16.

3. I libri comunemente chiamati Apocrifi, non essendo di ispirazione divina, non fanno parte del canone della Scrittura, e quindi non possono costituire autorità nella Chiesa di Dio, né essere altrimenti approvati o usati, diversamente da qualsiasi altro umano libro (8).

(8) Lc. 24:27,44; Ro. 3:2; 2 Pi. 1:21.

4. L’autorità delle Sacre Scritture, per la quale devono essere credute ed obbedite, non dipende dalla testimonianza di alcun uomo, o chiesa, ma completamente da Dio (che è verità in sé stesso), loro autore, e devono quindi essere ricevute, perché è la Parola di Dio (9).

(9) 2 Pi. 1:19,21; 2 Ti. 3:16; 1 Gv. 5:9; 1 Te. 2:13.

5. Vi sono molti motivi per i quali possiamo essere mossi od indotti dalla testimonianza della Chiesa ad un’alta e riverente stima delle Sacre Scritture (107), per la sublimità della materia, l’efficacia della dottrina, la maestà dello stile, il consenso di tutte le sue parti, lo scopo dell’intera opera (quello cioè di dare gloria a Dio), la piena scoperta che esse fanno dell’unica via per la salvezza dell’uomo, le molte altre incomparabili eccellenze: questi sono argomenti che provano abbondantemente trattarsi della Parola di Dio.

Ciononostante, la nostra piena persuasione e sicurezza dell’infallibile verità e della divina autorità della stessa, ci provengono dall’opera interiore dello Spirito Santo che ne rende testimonianza attraverso e con la Parola nei nostri cuori (11).

(10) 1 Ti. 3:15. (11) 1 Gv. 2:20,27; Gv. 16:13,14; 1 Co. 2:10­12; Is. 59:21.

6. L’intero consiglio di Dio riguardo a tutte le cose necessarie alla sua propria gloria, la salvezza umana, la fede e la vita, può (1) o venire esplicitamente espresso dal testo biblico, (2) o venire dedotto come conseguenza buona e necessaria del testo stesso.

Ad esso nulla mai potrà essere aggiunto, sia per nuove rivelazioni dello Spirito o per tradizione umana (12).

Ciononostante, per la comprensione salvifica di ciò che è rivelato nella Scrittura (13), riconosciamo necessaria l’illuminazione interiore dello Spirito di Dio.

Ciononostante rimangono questioni concernenti il culto che deve essere reso a Dio o il governo della Chiesa, -comuni alle azioni umane ed alla società- che possono essere regolate alla luce della natura e della cristiana discrezione, secondo i principi generali della Parola, i quali devono sempre essere osservati (14).

(12) 2 Ti. 3:15­17; Ga. 1:8,9; 2 Te. 2:2. (13) Gv. 6:45; 1 Co. 2:9­12. (14) 1 Co. 11:13,14; 14:26,40.

7. Tutto ci che la Scrittura dichiara non è allo stesso modo ovvio né chiaro per tutti (15), ciononostante quelle cose che è necessario conoscere, credere ed osservare per la salvezza, sono così chiaramente proposte, ed aperte in una parte o in un’altra delle Scritture, che non solo l’erudito, ma anche l’incolto con mezzi ordinari, può arrivare a comprendere in modo sufficiente (16).

(15) 2 Pi. 3:16. (16) Sl. 119:105,130.

8. L’Antico Testamento in ebraico (la madrelingua dell’antico popolo di Dio) e il Nuovo Testamento in greco (che, al tempo in cui è stato scritto, era la lingua più generalmente conosciuta fra le nazioni), essendo direttamente ispirati da Dio e, per sua singolare cura e provvidenza, mantenuti puri in ogni età, sono da considerarsi autentici (17). Ad essi soli, perciò, si deve fare appello, in ogni controversia di religione, come autorità ultima dalla Chiesa (18).

Dato per che le lingue originali non sono conosciute da tutto il popolo di Dio -il quale ha diritto di accedere alle Scritture e di beneficiarne, ed è tenuto, nel timore di Dio, di leggerle e di investigarle (19)- esse dovranno essere tradotte nella lingua volgare di ogni nazione alla quale pervengono (20), affinché, dimorando la Parola di Dio con abbondanza in tutti, esse possano rendere a Dio un culto accettevole (21) e, attraverso la pazienza ed il conforto delle Scritture, coltivare la speranza (22).

(17) Mt. 5:18. (18) Is. 8:20; At. 15:15; Gv. 5:39,46. (19) 1 Gv. 5:39,46. (20) 1 Co. 15:6,9,11,12,24,27,28. (21) Cl. 3:16. (22) Ro. 15:4.

9. La regola infallibile di interpretazione della Scrittura è la Scrittura stessa e quindi, allorché sorga una questione circa il vero e pieno senso della Scrittura (che non è plurimo, ma uno), deve essere investigata e conosciuta in altri luoghi che parlino più chiaramente (237).

(23) Pi. 1:20,21; At. 15:15,16.

10. Il giudice supremo mediante il quale ogni disputa religiosa dovrà essere appianata, ogni decreto di concili, opinione di antichi scrittori, dottrine umane, spiriti privati, dovranno essere esaminati, e alle cui sentenze dobbiamo trovare la nostra pace, non potrà essere altro che lo Spirito Santo che parla tramite le Scritture (247).

(24) Mt. 22:29,31; Ef. 2:20; At. 28:25.;2.