Essere luterani nel XXI secolo

Ad Augusta una consultazione teologica sull’essere luterani nel XXI secolo

120 teologi di tutto il mondo riflettono sul rapporto tra teologia e vita delle chiese

03.04.2009

“La teologia luterana oggi è viva e vegeta”. Con questa dichiarazione il teologo argentino Guillermo Hansen ha aperto lo scorso 25 marzo nella città tedesca di Augusta la consultazione su “La teologia nella vita delle chiese luterane: pratiche e prospettive di trasformazione”. Organizzato dal Dipartimento di studi e teologia della Federazione luterana mondiale (FLM), l’evento che si è concluso ieri – è stato l’occasione per mettere insieme circa 120 teologi di tutto il mondo per discutere su cosa significhi essere luterani nel XXI secolo a partire dai differenti approcci di interpretazione biblica, priorità teologiche e pratiche ecclesiastiche presenti nelle diverse chiese della FLM. “L’identità luterana non è statica ma dinamica e si misura nel rapporto tra ciò che unisce le chiese alla loro radice comune e ciò che, in ogni angolo del mondo, le orienta verso nuove sfide e nuove priorità”, ha ancora spiegato Hansen. Proprio il rapporto tra la teologia accademica e le pratiche delle chiese è stato al centro della riflessione del pastore Thomas Nyiwe, presidente della chiesa luterana del Camerun: “si tratta di un tema particolarmente importante per le chiese del Sud del mondo, dove il rapporto tra il fare teologia e la predicazione e la missione delle chiese locali risulta più evidente”. A cogliere la ricchezza di una famiglia confessionale unita nella diversità di approcci biblici e sottolineature teologiche, è stato Hans-Peter Grosshans, professore di teologia sistematica all’Università di Münster: “Se forse non esiste una sola e unica prospettiva luterana in tutto il mondo, è però vero che tutte le chiese luterane del mondo sono impegnate in un comune sforzo teologico che le lega saldamente le une alle altre”.

Tra i tanti temi affrontati, tre sono emersi nella loro rilevanza: l’impegno per la giustizia, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. “Il futuro non può che vedere le chiese luterane di tutto il mondo impegnate a sconfiggere l’ingiustizia, la fame e la povertà”, ha sottolineato Margot Kässmann, vescova di Hannover. Una priorità che verrà ribadita e sottolineata nella prossima assemblea della FLM che si terrà a Stoccarda nel luglio 2010 e che riprende nel titolo la richiesta del Padre Nostro “Dacci oggi il nostro pane quotidiano“. Un tema che, ha detto Kässmann, rappresenta una sfida “sia politica che teologica”. L’importanza del diaologo interreligioso come “prerequisito indispensabile per fare teologia in contesti multiculturali” è stata messa in evidenza dal teologo Paul Rajashekar.

Più di un oratore ha fatto notare che la città di Augusta, sede della consultazione, non solo richiama i luterani alla loro storia passata –a questa città è legata la confessione di fede del 1530, ed è qui che fu firmata la pace che nel 1555 pose fine a decenni di conflitti di religione -, ma anche al loro impegno ecumenico. Quest’anno infatti si celebreranno i 10 anni della Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla giustificazione per fede firmata nella città tedesca il 31 ottobre del 1999.

(NEV, 13/2009)

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