(1515-16)
Infatti il nostro bene è nascosto e così profondamente, da essere nascosto sotto il suo contrario: così la nostra vita (è nascosta) sotto la morte, l’amore di Dio per noi sotto l’odio contro di noi, la gloria sotto l’ignominia, la salvezza sotto la perdizione, il regno sotto l’esilio, il cielo sotto l’inferno, la sapienza sotto la stoltezza, la giustizia sotto il peccato, la virtù sotto la debolezza. E così universalmente ogni nostra affermazione di un qualsiasi bene e nascosta sotto la negazione dello stesso, affinché la fede abbia luogo in Dio, che è essenza negativa e bontà e sapienza e giustizia, né può essere posseduto o attinto se non dopo aver negato tutte le nostre certezze.
Così « il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo »(Mt. 13, 44). Il campo è una cosa fangosa, ben in contrasto con il tesoro: mentre esso viene calpestato, il tesoro viene scelto; eppure il campo nasconde il tesoro. Così anche « la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio » (Col. 3, 3), cioè nella negazione di tutte le cose che si possono sentire, avere e comprendere. Così anche la sapienza e la giustizia nostra non ci appaiono affatto, ma sono nascoste con Cristo in Dio. Ma appare il loro contrario: il peccato e l’ignoranza, secondo quanto dice l’Apostolo (I Cor. 3, 18): « Ci tra di voi è sapiente, si faccia ignorante per essere sapiente, vale a dire, sia sapiente e ricco in Dío, non in se stesso, sparisca in lui ogni sapienza e non rimanga se non la stoltezza. Così per tutti i rimanenti beni.
Ecco, questi sono i beni che dobbiamo ricercare per noi (cioè ogni male): solo così siamo infatti conformi a Dio, il quale non considera e riconosce in noi nulla di buono. E perciò siamo buoni, in quanto riconosciamo soltanto il bene di Dio ed il nostro male; poiché colui che così sa con Dio, è sapiente e buono, per il fatto che sa come nessun bene vi sia al di fuori di Dio e come Dio stia tutto il bene. Così Cristo dice: « Il regno di Dio è dentro di voi » (Lc. 17, 21), il che significa: fuori di voi vi è l’esilio. Fuori di voi è tutto ciò che si vede o si tocca, dentro di noi tutto ciò che si crede soltanto per fede. (Scolio ai Rom. 9, 2; W. 56, 392-93; Vogelsang, pp. 27475; in SCHEEL non risulta).