Dopo il Sinodo, della ELKI-CELI, sono rimasto basito da quanto una certa visione moderna del mondo, non uso il termine modernismo per non creare confusione con la critica cattolica, abbia corrotto la teologia protestante o, per lo meno, il suo aspetto esteriore esplicato nel culto e nella vita comunitaria. Avrei tante cose da dire, ma mi sento come un Don Chisciotte dinanzi ai mulini al vento, senza neppure uno scudiero ad aiutarmi… A furia di compromessi il rischio di rendere debole il cristianesimo è dietro l’angolo, e non ce n’è assolutamente bisogno in questo tempo.
Sia chiaro, io non ho nulla contro il fatto che due persone vogliano seguire una loro particolare vita di coppia, a livello civile è giusto vi sia protezione e riconoscimento. A livello civile, però. Una parola forte come “matrimonio” in ambito cristiano non può, però, essere profanata e ridicolizzata. Non sto qui a spiegare, del resto le Scritture non avvallerebbero mai una simile pantomima, come disse Lutero, in altri contesti, trovatemi un punto che in tutta coscienza lo faccia ed io tacerò.
Altre mie considerazioni le ho fatte in un mio vecchio articolo, che trovate qui.
Concludendo, l’unica chiesa, mi spiace dirlo, a livello evangelico, che ha avuto il coraggio di una sua forte presa posizione, senza i bizantinismi della Chiesa Valdese e, ahimé, Luterana, è la Chiesa Battista. Metto in evidenza il comunicato dei Battisti conservatori recentemente (6/7/2011) pubblicato su Internet. Riporto di seguito il testo ed altre testimonianze. Aspetto i vostri commenti.
Come Battisti Italiani che si richiamano alla fede Apostolica, ricevuta “… una volta per sempre”, esprimiamo tutto il nostro dissenso in merito a quella che riteniamo una “parodia del matrimonio” attuata attraverso la “benedizione” di una coppia omosessuale che si è svolta, in forma cerimoniale e dando fiato alle trombe, in una Chiesa Valdese di Milano, di cui è “pastora” la Sig.ra [omiss.].
Il totale dissenso è conseguente ad una profonda amarezza nel constatare lo svilimento del messaggio Evangelico, amarezza per una blasfema azione liturgica del peccato fine a se stesso, espressa in quella che è la “benedizione” di una coppia omosessuale, che è la conseguenza logica di una trentennale antibiblica elaborazione teologica tesa a legittimare una concezione antropologica dell’uomo con particolari tendenze sessuali “naturali” verso il proprio sesso, senza che tale unione venga considerata peccaminosa ed offensiva del progetto di Dio (l’uomo che si erge a giudice della legge di Dio!) Questo porta ad inevitabili e nefande ripercussioni etiche che tali unioni “benedette” hanno nell’incidere nel pensiero sociale, mostrando un falso senso “cristiano”, con gravi danni alla vera testimonianza evangelica della grazia a caro prezzo. Costoro stanno svendendo la grazia a un prezzo stracciato con la filosofia dell’accoglienza indiscriminata del peccato, di qualunque natura esso sia.
Mentre plaudiamo ai dissidenti che con coraggio portano avanti le loro istanze contro questi comportamenti, e a cui va tutto il nostro appoggio, non possiamo non prendere atto che una buona parte dei Valdesi, soprattutto la leadership, pesa la grave (ir)responsabilità morale e teologica di avere presentato all’opinione pubblica un vangelo diverso da quello predicato sin dagli albori del Cristianesimo apostolico (Gal. 1, 6-7). Essi hanno adulterato il messaggio evangelico della liberazione dei peccati (compreso quello della pratica omosessuale).
La leadership valdese con i suoi decani, i suoi teologi , i suoi professori, i suoi pastori e suoi diaconi e i suoi anziani stanno annunciando alla società italiana un altro evangelo, un falso evangelo, illudendo la gente attraverso la promulgazione di una falsa grazia e mortificando la storia illustre dei loro predecessori, che hanno sofferto e dato la vita per l’unico, vero evangelo che libera.
Costoro dichiarano, arditamente, che la loro posizione è molto vicina a quella che Gesù plasticamente descrisse con l’allegoria del fico seccato in Marco 11, 12-19. Come allora Gesù, constatando la sterilità e l’infruttuosità di Israele rappresentata dal fico sterile e dal tempio, trasformato come luogo di compra-vendita, senza che vi fosse un minimo di sensibilità spirituale interiore (abbondante era invece la professione religiosa esteriore), così adesso Gesù li lascerà nel loro stato di infruttuosità spirituale per il loro persistente e inamovibile attaccamento a dottrine e
insegnamenti che non sono in linea con il Cristianesimo delle origini e a quella che L’Apostolo Paolo dolorosamente rivolse a coloro che con il falso evangelo turbavano la Chiesa di Corinto: “… Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste di Angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia : la loro fine sarà secondo le loro opere”. (II Cor. 11, 13-15).
Trovando speranza in tutti quei Valdesi che sanno guardare alle loro radici e alla sana dottrina , come “Chiese Battiste Italiane” ci auspichiamo che i vertici della chiesa valdese rielaborino una antropologia rigorosamente biblica e una soteriologia in cui viene accentuato l’orrore del peccato (anche quello omosessuale) e la gioiosa liberazione da esso con una sequela di Cristo senza condizione, attraverso cui il discepolo di Gesù esprime una assoluta gratitudine al Signore che ha dato tutto se stesso perché l’uomo in Cristo avesse vita e fosse veramente libero.
“… Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 31-32)
E la verità è Gesù Cristo.
ALTRO ARGOMENTO
Poi Dio, il SIGNORE, disse: «Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui» (Genesi 2:18). Qui la Bibbia descrive il bisogno che ogni essere umano ha di compagnia e d’amore. E’ così che Dio crea per l’uomo “un aiuto” adatto a lui (la donna), non tratta dalla terra, ma tratta dall’uomo stesso. Il termine ebraico originale per “donna” significa, infatti, “tratta dall’uomo” (2:22), cioè della stessa natura e dignità. L’uomo celebra così questo avvenimento dicendo: “Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne” (2:23). L’unione fra l’uomo e la donna (il rapporto coniugale) viene espressa poi in questo modo: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne” (2:24), cioè “lasciare” e “unirsi”. […] Una stessa carne. Genesi 1:27 dichiara che Dio crea l’umanità distinta in due generi, quello maschile e quello femminile, a Sua immagine e somiglianza. Il rapporto coniugale (il diventare una sola carne), non è, di fatto una “unione”, ma una “ri-unione”. Dopo aver tratto la donna dall’uomo, il matrimonio (l’unione coniugale) ne ricompone l’unità, restituisce l’uomo e la donna alla loro integrità originale. Da due che sono ridiventano uno, all’immagine della maschilità e femminilità di Dio stesso.
Gli organi genitali erano stati ovviamente creati per dare espressione fisica a questa unione. Essi, infatti, vicendevolmente si integrano. Essi celebrano quest’unione e insieme riproducono la vita. Perciò, ogni rapporto sessuale che vada al di fuori di quanto così Dio ha disposto profana l’immagine di Dio (maschio e femmina) e l’intenzione che aveva per questa unione (ri-unione). Questo si applica ad ogni forma di comportamento “orgasmico” fra le persone che così profana il mistero, il simbolismo e il significato implicito rappresentato dalla ricomposizione della “una carne”. Sappiamo che l’atto sessuale umano è molto diverso da quello degli animali per quanto riguarda l’eccitazione emotiva che ne è implicata. Forse l’intenzione di Dio per “l’orgasmo umano” doveva essere in parte una “celebrazione simbolica” dell’atto stesso della Sua creazione? I rapporti sessuali che si pongono al di fuori da questo ideale potrebbero essere paragonati al vino ed al pane della Cena del Signore quando ci si nutre di essi solo per fame e sete e non tanto per quel che simbolizzano.
(Martin Hallet [http://truefreedomtrust.co.uk/], traduzione P.Castellina)
A questo aggiungo una serie di interessanti articoli del pastore riformato Paolo Castellina.
Sono conteto che almeno le Chiese Evangeliche Battiste abbia preso finalmente una posizione contraria. Questo lo dico da Cristiano Evangelico convinto, in quanto non è possibile che una Chiesa Evangelica, come lo sono le Chiese Valdesi, purtroppo molte Chiese Evangeliche hanno espresso una posizione “buonista” come ha fatto il fratello (se si può ancora chiamare così) Remo Cristallo, presidente della “Federazione delle Chiese Pentecostali in Italia”. Io sono un membro delle Chiese Evangeliche dei Fratelli, però non so che posizione abbiano preso: se hanno preso una posizione contraria o “buonista”.
Ma non c’è da stupirsi della posizione del sinodo valdese sull’argomento, dopotutto le parole di Paolo ormai echeggiano più che mai: “Infattiverrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina, ma, per prurito di udire. si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole” (2 Timoteo 4,3-4)